Rose, fichi e miele: simboli di Santa Rita, protettrice delle cause impossibili
“Sono una donna, non sono una santa” recitava il testo di una nota canzone. Nel caso di Santa Rita è vero il contrario poichè il suo culto è strettamente connesso alla sua vicenda terrena di donna, moglie e madre forte e saggia che ha trovato il coraggio di lottare contro le avversità rispondendo loro con l’impegno pacifico nei confronti dei deboli piuttosto che con l’odio ed il rancore. La notte tra il 21 e il 22 maggio si commemora la sua morte avvenuta nel 1457. Ecco tutti i simboli legati alla sua santità e una ricetta per renderle omaggio: i fichi con mandorle e miele all’acqua di rose.
Nel 1381 a Roccaporena, un piccolo sobborgo, nasce Margherita Lotti, al mondo conosciuta come S. Rita da Cascia. Da questa data inizia un presente lungo ormai sette secoli, in cui la presenza di Rita è costante e quasi palpabile in questi luoghi. E’ lavita stessa di Rita, assolutamente terrena, a contenere il suo messaggio: la sua fanciullezza e adolescenza illuminate dall’insegnamento saggio e pacifico dei genitori; ll matrimonio con Paolo di Ferdinando, uomo rude travolto dalle faide politiche del medioevo e che pagò con la sua vita la volontà di redimersi, la vedovanza resa più dura dalla morte dei propri figli, l’obbedienza umile degli anni nel monastero agostiniano, le stimmate impresse sulla fronte, simbolo della sua santità e della condivisione dei dolori del Cristo a cui sempre Rita si è rivolta.
A Roccaporena è ancora possibile vedere la casa maritale di Rita, che la Santa trasformò in Lazzaretto, per prendersi cura degli ammalati, e l’orto del miracolo, dove in un freddo inverno del 1457 fiorì una rosa e maturò un fico, omaggio divino al suo cammino ultraterreno e oggi simbolo della sua santità.
Un episodio molto noto riguarda Rita da neonata, quando nella culla fu attorniata dalle api che piuttosto che pungerla depositarono il miele sulle sue piccole labbra come simbolo delle parole di pace e di dolcezza che avrebbe pronunciato nei confronti dell’umanità sofferente. Sempre alle api è legato un altro episodio, quando Rita da bambina trovandosi in un campo in cui un contadino si era ferito ad un braccio falciando il grano, fu attorniata da uno sciame di api e, immediatamente, la ferita guarì.
In seguito a numerosi episodi “impossibili” quali guarigioni o apparizioni di api, fiori e frutti nei luoghi frequentati da Rita durante l’arco della sua vita, i suoi devoti la definiscono la santa delle “cause impossibili” e a lei si rivolgono per ottenere grazie che ritengono difficili da realizzare. Per rinnovare la forza di questo messaggio di pace e fratellanza, Cascia ogni anno, la notte dl 21 maggio, si illumina di decine di migliaia di fiaccole per rievocare il momento del trapasso di Rita avvenuto nel 1457.
Per onorare Rita, abbiamo pensato ad una ricetta che unisca in sé i simboli che nella sua vita sono stati espressione della sua santità: le rose, i fichi e il miele.
Fichi con mandorle e miele all'acqua di rose
Per onorare Rita, abbiamo pensato ad una ricetta che unisca in sé i simboli che nella sua vita sono stati espressione della sua santità: le rose, i fichi e il miele.
Ingredienti
- 40 gr. mandorle
- 4 cucchiaini di acqua di rose
- 2 cucchiai di miele per i veg. (sciroppo d'acero)
- q.b zenzero
- q.b cannella
- 8 fichi
Instruzioni
-
Tagliate i fichi in quattro in senso verticale in profondità, apriteli delicatamente e metteteli in frigorifero per circa un'ora.Intanto tritate grossolanamente le mandorle e fatele tostare a fuoco basso con una noce di burro. Disponete i fichi su un piatto di portata e spruzzateli con l'acqua di rose. Spolverate l'interno dei fichi con un po' di zenzero e di cannella, versate poi al centro le mandorle tritate e cospargetele col miele prima di servire i fichi a tavola.