La pastina in brodo: panacea di tutti (o quasi) i mali
Quando si ha l’influenza si vive in una dimensione aspaziale e atemporale in cui le giornate trascorrono lontane dalla routine quotidiana e siamo costretti, nostro malgrado, a staccare la spina e a vivere in una realtà parallela in cui diveniamo spettatori della nostra vita.
Questa pausa forzata può avere un aspetto positivo poiché ci costringe a rallentare i ritmi frenetici a cui siamo abituati dalla nostra quotidianità e in questa dimensione possono riaffiorare alla mente i ricordi delle cure amorevoli ricevute durante l’infanzia e della pastina in brodo in grado di curare tutti i mali.
Sembra, quasi, di tornare bambini quando, in occasione delle malattie esantematiche tra cui morbillo, varicella, rosolia, scarlattina, si restava a casa per giorni a guardare la televisione, senza andare a scuola e ci si sentiva protetti e accuditi nel proprio guscio familiare.
In queste occasioni, tutti, ma proprio tutti, nonni, zii, persino vicini di casa, si improvvisavano medici specializzati nella malattia in questione cominciando a sciorinare i rimedi più bizzarri, e ovviamente, considerati infallibili, per ottenere una pronta guarigione. Coperte di lana da mettere in testa per fare sudare e abbassare la temperatura, fogli di giornale messi sulle spalle per “tirare l’umidità “ dai bronchi, fette di patate crude da mettere sulla fronte per dare sollievo e refrigerio durante la febbre alta, solo per citare alcuni rimedi tanto antichi, quanto strani ed efficaci.
Ma tra tutte le possibili cure, indipendentemente dalla patologia, il denominatore comune a tutte le malattie, la panacea, antico rimedio contro tutti i mali, “sovrana “ indiscussa di tutti i pasti febbrili, è da sempre, e per sempre lo sarà, la pastina in brodo.
Sia essa sotto forma di lingue di passero, tempestine, stelline, corallini, semplice o all’uovo, con aggiunta di formaggino, o con l’uovo a stracciatella, con brodo di carne o di verdure, in ogni ricordo d’infanzia c’è un piatto di pastina in brodo caldo quasi da scottare le labbra, che oltre a tutti i succitati ingredienti, tra loro diversamente componibili, contiene un ingrediente che non si compra né si vende perché viene “prodotto” in casa, è l’amore con cui quella pastina veniva preparata dalle nostre mamme, nonne, zie o da chiunque si prendesse cura di noi, facendoci sentire protetti e al sicuro.
Questo ingrediente “segreto” faceva sì che la pastina in brodo assumesse un “effetto placebo” ovvero provocasse una serie di reazioni dell’organismo non derivanti dai principi attivi in essa contenuti ma dalle aspettative di chi la riceve e dalla convinzione che essendo preparata con amore da chi ci ama non poteva che farci bene e aiutarci a guarire. Anche se crescendo abbiamo imparato che purtroppo la pastina in brodo non può curare tutti i mali, di seguito proponiamo la squisita e semplice ricetta della pastina in brodo al profumo di cannella che, anche se non curerà tutti i mali, gustosa lo è di certo.
Pastina in brodo all’arancia e cannella
Ingredienti
pastina (del formato preferito)
brodo vegetale
concentrato di pomodoro
peperoncino
cannella
scorza d’arancia non trattata
In un pentolino fate bollire il brodo vegetale insieme alla scorza di arancia, il pomodoro, la cannella e il peperoncino. Appena bolle cuocete la pastina. Servite fumante in una tazza capiente, con il cucchiaino per raccogliere la pastina.