La pasta con i tenerumi, una minestra bollente contro la calura estiva
La pasta con i tenerumi si ama o si odia. Nonostante la sua consistenza di minestra brodosa, si tratta di un primo piatto tipico dell’estate siciliana da mangiare rigorosamente a “scottalabra” che gli estimatori non vedono l’ora di gustare durante la bella stagione.
Sembra davvero un ossimoro mangiare un pasto bollente con il caldo per rinfrescarsi. Eppure, a ben guardare, così strano non è se si pensa che, nel deserto, i Tuareg per sopportare il caldo usano vestirsi con abiti pesanti e bere tè caldo mantenendo alta la temperatura corporea dall’interno che, in questo modo, meglio tollera quella esterna.
Noi siciliani, che degli arabi abbiamo il sangue che ci scorre nelle vene, non siamo da meno. Ecco che, alla prima calura estiva, si assiste ad una richiesta corale da parte dei mariti verso le mogli, con il successivo e conseguente assalto ai mercati da parte di queste, della tanto agognata pasta con i tenerumi. Sembra quasi che tutto l’anno in Sicilia non si aspetti altro che il caldo per poter sudare e continuare a farlo mangiando (rigorosamente in canottiera bianca a costine) la pasta con le “pezze”, come vengono chiamate le foglie delle verdure tipiche di questo periodo ricoperte da una caratteristica peluria che le rende al tatto ruvide e che, magicamente, una volta cotte, regalano al palato un gusto ed un sapore unici. In realtà per i siciliani preparare la pasta con i tenerumi è un vero e proprio rito che prevede diverse scuole di pensiero.
Nella Sicilia occidentale si preferisce una minestra brodosa, in quella orientale la versione è più asciutta, impreziosita da dadini di formaggio ragusano, tipico della zona. Poi ci sono quelli particolarmente “viziosi” , di cui fa parte la sottoscritta, che, dopo aver assaporato il piacere del pezzetto di formaggio sciolto dal calore della pasta bollente, anche nella versione brodosa, non riescono più a fare a meno di queste gustose gemme dorate e creano una “crasi” tra le due versioni. Altrettanto importante è riuscire a dosare la giusta quantità d’aglio e di pomodoro in modo da “colorarla appena” e non farne prevalere il gusto sul resto. Un vero e proprio gioco di equilibri che grazie alla maestrìa di mani esperte si trasforma in vera e propria arte. Di seguito la ricetta di una energica donna siciliana, mia nonna Carla, il cui ricordo è sempiterno.
La minestra di pasta con i tenerumi di nonna Carla
La pasta con i tenerumi si ama o si odia. Nonostante la sua consistenza di minestra brodosa, si tratta di un primo piatto tipico dell'estate siciliana da mangiare rigorosamente a "scottalabra" che gli estimatori non vedono l’ora di gustare durante la bella stagione.
Ingredienti
- 3 Mazzi di tenerumi
- 2 Spicchi di aglio
- 2 Pomodori freschi maturi
- 350 Gr. pasta "mischiafrancisca" misto di tubettini, spaghetti e margerita spezzata
- q.b. caiocavallo tagliato a cubetti
- q.b. sale
- q.b. pepe
Instruzioni
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Lavate e pulite i tenerumi e fateli bollire in acqua salata. Una volta cotti, scolateli conservando tutta l'acqua che vi servirà per cuocerci la pasta. Fate rosolare l'aglio con l'olio in un tegame abbastanza capiente da accogliere anche tutti i tenerumi. Quindi versate il pomodoro a pezzettini, rosolate ancora per un paio di minuti e poi unite i tenerumi aggiungendo anche un po’ della loro acqua di cottura . Appena bolle “calate“ la pasta tenendo conto che la consistenza della minestra non deve essere troppo acquosa, poiché deve essere, piuttosto, un piatto di pasta e verdura brodosa o, se preferite, una minestra un po' asciutta. Regolate di sale e pepe .Lasciate insaporite tutto per un po' e alla fine prima di spegnere il fuoco aggiungete i pezzettini di caciocavallo fresco. Servite bollente.
In abbinamento a questo piatto che racchiude in sé tutta l’essenza della sicilianità proponiamo uno dei Cru della Cantina Funaro, il Mondura Catarratto IGP • Terre Siciliane Biologico dal colore giallo paglierino intenso con leggeri riflessi dorati. Al naso, ampio ed elegante, offre intensi sentori di agrumi e frutta tropicale. Il sorso al palato risulta complesso e persistente, dotato di una vivace freschezza ed, al contempo, di un’importante struttura che ben si presta ad accompagnare un primo piatto della tradizione siciliana.