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Il sapore sempiterno dell’arte pasticcera siciliana : i taralli con glassa di zucchero

Ci sono sapori che il tempo non cambia , ai quali, al contrario, regala l’inconfondibile gusto della tradizione facendo loro il prezioso dono dell’eternità. Proprio così. E se un pensiero dal sapore “filosofico” scaturisse dall’assaggio di un morbido e profumato tarallo siciliano aromatizzato all’anice e ricoperto di una “succulenta” glassa di zucchero, piuttosto che dalla lettura di un saggio kantiano, sarebbe altrettanto meritevole di assurgere nell’olimpo delle massime degne di questo nome . E’ questo il caso. Di seguito i segreti e la ricetta di un capolavoro sempiterno della pasticceria siciliana: i taralli con glassa di zucchero.

Se camminando per le strade di Misilmeri, all’improvviso ci si sente irresistibilmente attratti da un intenso profumo di dolci appena sfornati, non abbiate dubbi , siete capitati “Alla Boutique del Dolce in Casa” dove il Sig. Apprendi gestisce, da quarant’anni con la sua famiglia un laboratorio di dolci tipici siciliani prodotti artigianalmente ogni giorno . Savoiardi, mustaccioli, biscotti alle mandorle e cannella, tetù , biscotti excelsior, solo per citarne alcuni, non c’è limite alla varietà delle dolci tentazioni sfornate ogni giorno da questo piccolo laboratorio che ha il grande pregio di lavorare ancora in maniera tradizionale.
Oggi in particolare il nostro olfatto è stato attratto dal profumo dei taralli appena sfornati dei quali abbiamo avuto la possibilità di assistere alla delicata fase della “velatura” ossia della copertura di questi morbidi biscotti con la glassa di zucchero.
Per tutti gli amanti della tradizione che volessero preparare in casa i taralli siciliani proponiamo di seguito la gustosa ricetta originale, in cui sono presenti anche le alternative degli ingredienti veg/ light .

Taralli siciliani con la glassa di zucchero

Per l’impasto
1 kg di farina di grano tenero (suddivisa in 800 g per l’impasto e 200 g per la spianatoia)
200 gr di zucchero (di canna)
4 uova di galline allevate all’aria aperta (o due yogurt vegetali)
40 gr di ammoniaca per dolci
250 ml di latte ( vegetale)
250 gr di strutto ( burro o margarina vegetale senza grassi idrogenati)
il succo e la scorza di un limone
semi di anice q.b
Per la glassa
500 gr di zucchero a velo, 125 ml di acqua, il succo di un limone

Impastate il lievito e la farina setacciata con le uova (yogurt), lo strutto (burro o margarina) ammorbidito, lo zucchero, il succo e la scorza grattugiata del limone, l’ammoniaca e i semi di anice. Una volta che gli ingredienti si saranno ben amalgamati tra loro, aggiungete un cucchiaino di sale e il latte a filo fino all’ottenimento di un impasto abbastanza morbido. Posate l’impasto su una spianatoia infarinata e ricavate due bastoncini spessi 1 cm circa. Attorcigliate insieme i due bastoncini allineati così da ottenere un cordone da tagliare ogni 12-15 centimetri. Le estremità dei segmenti ottenuti vanno uniti in tondo come una ciambella.
Posate quindi i taralli su una teglia rivestita di carta forno a una distanza di 2 cm circa e passare il tutto in forno preriscaldato a 180 °C per mezz’ora circa.
Nel frattempo sbattete bene lo zucchero a velo con l’acqua e il succo di  limone. Spennellate la glassa sulla parte superiore dei taralli e riponeteli in forno a 150 °C. Trascorsi 5 minuti, tirate fuori i taralli dal forno e lasciateli raffreddare a temperatura ambiente prima di consumarli.

 

Quando alla passione per il cibo, inteso nella sua accezione più nobile di storia e cultura della gastronomia, si unisce quella per la scrittura, può divenire forte l’esigenza di creare un contenitore in grado di riunire tutte le tematiche che ruotano intorno a questo inesauribile argomento.

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