Il dulce de leche, un dono dolcissimo dal ricordo indelebile
Se c’è una cosa che non ho mai fatto, neanche quando ero bambina, è stato “sbavare” dietro ad un barattolo di Nutella.
Ancora oggi, mentre il mondo si affanna nella ricerca spasmodica che il proprio nome, inciso su una confezione della nota crema spalmabile (dalla composizione discutibile), faccia capolino tra gli scaffali del supermercato ( quasi come se fosse davvero una dedica personalizzata), io sarei persino capace di dimenticarmi di avere in dispensa (se mai decidessi di acquistarlo) il tanto agognato barattolo per giorni, settimane o, addirittura, mesi.
Se, invece, in questo barattolo, al posto della Nutella contenesse dulce de leche, allora la cosa sarebbe molto diversa.
Si tratta, come è facile intuire dal nome, di una crema dolce a base di latte tipica dei paesi del Sud America anche se, ormai, è diffuso un po’ in tutta l’America tanto che viene usato per insaporire il gelato o il caffè.
Circa l’invenzione del dulce de leche, secondo una leggenda popolare questo dolce sarebbe nato, come tante golosità, per caso nel XIX secolo in Argentina dove la domestica di un noto politico dell’epoca, dimenticandosi sul fuoco un pentolino con latte e zucchero, lo avrebbe creato inconsapevolmente. Il risultato di questa dimenticanza fu, poi, talmente apprezzato che la sua preparazione si diffuse in tutto il Paese.
Il gusto di questa golosissima crema dal sapore irresistibile è simile alla più nota salsa mou e rappresenta l’ideale per farcire o accompagnare torte, biscotti. Non stupisce, dunque, se quando la prima volta, circa quindici anni fa, ho assaggiato questa squisitezza, grazie alla mia carissima amica brasiliana Adriana, che me portò in dono sia la versione cremosa che quella solida sotto forma di caramelle, la crema nel barattolo (e anche le caramelle) non videro l’alba del giorno seguente.
Fu poi la volta di assaggiare, circa ad un anno di distanza, la versione argentina, gentile omaggio del mio carissimo amico Cajetano, che trovai più densa e concentrata ma altrettanto buona. Da allora l’ho preparato tante volte sia per farne “uso personale” che omaggio (devo ammettere graditissimo) ad amici e parenti.
Fino a quando lo scorso Natale mi è successo di riceverlo nuovamente (e piacevolmente) in dono dalla mia carissima amica Vincenza (Ninnarella per gli amici) che ne ha preparato una versione superba che, neanche a dirlo, a stento ha “superato la notte”, ridestando in me quell’amore sopito, ma mai dimenticato, per questa caloricissima golosità.
Per questo motivo, nonostante siamo ad inizio settimana e di norma il lunedi prevede la dieta ( almeno nelle intenzioni) per smaltire gli eccessi alimentari del fine settimana appena trascorso, questa ricetta io ve la devo proprio dare (anche nella variante veg). Sappiate che la preparazione non è difficile ma richiede un po’ di pazienza perché ha una cottura lunga, di almeno un paio di ore.
Dulce de leche
Ingredienti
500 grammi di latte intero ( o vegetale alla vaniglia)
150 grammi di zucchero (di canna)
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 pizzico di bicarbonato
Versate il latte insieme allo zucchero ed alla vaniglia dentro ad una pentola dal fondo spesso e dai bordi alti ed avviate la cottura a fuoco dolce, mescolando, di tanto in tanto, sino all’inizio del primo bollore. Unite il bicarbonato e proseguite la cottura, sempre mescolando, sino ad ottenere un bel colore marrone ambrato. Tenete presente che più estenderete il tempo di cottura, maggiore sarà la densità della crema de leche. Una volta ottenuto il grado di densità che preferite, versatelo caldo in vasetti sterilizzati. Quindi lasciatelo raffreddare e conservatelo in frigorifero per circa 3/4 giorni (se riuscirete a farlo durare tanto!!!). Prima di servire lasciatelo ammorbidire a temperatura ambiente o a bagnomaria.