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Sanificazione nella “fase 2”: come garantire la sicurezza nei ristoranti

Riaprire nella tanto attesa “fase 2” in Italia non è stata una semplice alzata di saracinesca. Chi lo ha fatto, vuol dire che è in regola con le normative previste in questa emergenza che, come ricordano gli esperti in materia e le istituzioni, non è ancora finita. Prime fra tutte, le regole di sanificazione e igiene, per garantire la massima sicurezza sul posto di lavoro a impiegati e avventori.

Ad effettuare per tempo la prevista sanificazione nei giorni scorsi, nonostante non sia ancora aperta al pubblico e molte delle sue unità siano in smart working, è stata ad esempio la sede regionale della Protezione civile siciliana, con i suoi 500 metri quadrati nei locali di San Giovanni la Punta, nel catanese. Si è trattato di un intervento meticoloso, come spiega l’architetto Arcangelo Ruffino, consegnatario della sede regionale, secondo il metodo del trattamento dell’ozono, inserito tra le azioni previste nel recente Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (“Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: superfici, ambienti interni e abbigliamento”, del 15 maggio u.s.).

Si è trattato di un gesto molto significativo dal punto di vista normativo – spiega Arcangelo Ruffino – ed anche molto apprezzato dalla dirigenza regionale. La ditta intervenuta, infatti, lo ha eseguito a titolo gratuito, come gesto di solidarietà nei confronti di un Ente come la Protezione civile, da subito impegnata in prima linea in questa emergenza, ed è stato molto apprezzato.”

Ad eseguire i lavori, la ditta siciliana Brandon Wash, guidata da due giovani imprenditori catanesi, Giuliano Infranca e Giorgio Trimarchi, che hanno già programmato un nuovo intervento nelle prossime settimane, sempre d’intesa con la Protezione civile.

La sanificazione mediante l’ozono – sottolinea Giuliano Infranca, 29 anni, amministratore della Brandon Wash – è una gestione preventiva necessaria per i locali che intendono riaprire. Il suo recente inserimento tra le azioni previste nel Rapporto dell’ISS ha rafforzato, tra l’altro, la sua già nota utilità”.

La ditta catanese è operativa sul campo dal 2015 e per Infranca è fondamentale, soprattutto in questo frangente, non affidarsi a realtà improvvisate, ma piuttosto fidarsi di chi questo lavoro lo compie da anni, con grande esperienza.

Del resto – aggiunge Giorgio Trimarchi, 28 anni, socio e braccio operativo di Brandon Wash – solo le ditte specializzate possono effettuare questi lavori e, a conclusione degli stessi, rilasciare il certificato di avvenuta sanificazione dei locali. Rispetto ad altri metodi, quello con l’ozono è il meno invasivo, non è tossico ed è consigliato per innumerevoli settori: dai negozi di abbigliamento, poiché non altera tessuti e colori, ai locali di ristorazione, senza la necessità di pulire nuovamente una volta concluso il trattamento. In media, rispondiamo nel giro di pochi giorni e i nostri interventi durano circa un’ora, in base naturalmente ai metri quadrati che andiamo a sanificare.”

La Protezione civile siciliana è dunque solo l’ultima realtà, in ordine cronologico, con cui Brandon Wash si è confrontata positivamente: la ditta etnea, infatti, ha effettuato lavori di sanificazione in questi giorni per Rsa, aziende del comparto agroalimentare, automezzi di Polizia Penitenziaria, ristoratori, saloni per parrucchieri, centri di accoglienza per giovani in difficoltà e, non certo meno importanti, aziende di smaltimento dei rifiuti da COVID-19 come previsto dalle Asp, mentre sono già previsti interventi nel resto del territorio regionale, tra grand hotel e nuove realtà commerciali. Anche il recente Decreto Rilancio ha inserito incentivi e sostegni per chi interviene nel proprio locale con opere di sanificazione.

Una volta effettuata la sanificazione – conclude Infranca – non c’è un tempo stabilito per un cosiddetto “richiamo”. In ogni situazione, forniamo consulenze ad hoc per ogni caso specifico. Dobbiamo ricordare, infine, che la pulizia e la sanificazione dei locali, pur essendo divenute un obbligo da routine, sono tuttavia un obbligo che tutela la nostra salute e quella dei nostri dipendenti. Solo così potremo farci trovare preparati anche per il futuro.”

Si torna lentamente alla normalità, dunque, ma con tutti gli accorgimenti. Del resto, è impossibile dire oggi che cosa sarebbe avvenuto se fossimo stati preparati a tutto questo. Però si può ( e si deve) imparare dagli errori, per non ripeterli.

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