Le fave “a cunigghiu”, piatto povero dal gusto ricco
Come spesso avviene per tutti i piatti della tradizione vi sono ricette di origini povere ma talmente gustose da meritare di essere presentate dinanzi ad un re. E’ questo il caso delle fave a “cunigghio”, cioè a coniglio, pietanza povera della tradizione siciliana. Origini e ricetta.
Le “favi a cunigghiu” in dialetto siciliano, sono un piatto tipico di origine contadina della cucina siciliana. Si può preparare sia con le fave secche che con quelle fresche verdi di fine produzione, che sono più grosse e non più tenerissime.
Il termine “cunigghiu” deriva dal fatto che anticamente venivano servite in un unico piatto dal quale i commensali prelevavano le fave usando le tre dita pollice, indice e medio e, con l’ aiuto degli incisivi estraevano velocemente la fava dalla buccia proprio come i conigli. Ancora oggi, sebbene ogni commensale abbia un prorio piatto a cui attingere, il rituale è rimasto identico.
Per tutti coloro che sono amanti dei piatti poveri dal gusto ricco degno di un re, proponiamo la semplice e gustosa ricetta rivisitata con qualche tocco personale che ci sentiamo di suggerire.
Fave “a cunigghio”
Ingredienti per 4 persone
1 kg di fave
due spicchi d’aglio
uno scalogno (o cipollotto/cipolla)
due bicchieri d’ acqua
olio d’oliva,
sale, pepe e origano q.b.
Estraete le fave dal baccello mantenendo in ciascuna la “pellicina”. In una padella capiente fate rosolare l’aglio e lo scalogno con l’olio. Quindi unite le fave, l’acqua, il sale e il pepe e lasciate cuocere per circa 20 minuti con il coperchio. Quindi scoprite e cuocete per altri 10 minuti fino a fare restringere il sughetto. Schiacciate l’aglio con l’apposito attrezzo e mescolate per fare insaporire il tutto. Versate in una ciotola e fate raffreddare. Servite a temperatura ambiente.
Manuela Zanni