Il nocino di San Giovanni: un liquore antico a metà tra sacro e profano
Alla festa di San Giovanni (24 giugno) sono legate numerose credenze e rituali che rendono la figura di questo santo in bilico tra la il sacro e il profano. Una tra le tante collega la vigilia di questa ricorrenza, la notte a cavallo tra il 23 e il 24 giugno, ad una particolare danza attuata dalla streghe intorno ad un noce.
L’albero di noci e i suoi frutti viene spesso associato all’idea di riti ed incantesimi. Ci sono parecchie leggende, infatti, che designano il noce come albero delle streghe, perché si crede che ne utilizzino i rami per volare e che organizzino i loro sabba proprio intorno al noce, nella notte tra il 23 e il 24, raccogliendone i frutti verdi per i loro rituali, e garantendo così vitalità alla pianta proprio per il fatto che il tutto avviene nella notte più corta, quando la luce vince sulle tenebre.
Proprio durante la notte a cavallo tra il 23 e il 24 giugno, che è la notte più breve dell’anno, infatti, la leggenda vuole che la donna giudicata più abile nella preparazione di questo liquore e che sarà colei che lo preparerà, debba raccogliere, a piedi nudi, dall’albero le noci ancora verdi e immature.
Il giorno dopo la raccolta, il mallo veniva messo in infusione nell’alcool fino alla notte di Halloween. L’uso del mallo di noce come ingrediente per medicinali o liquori risale a tempi antichissimi anche se non si hanno notizie esatte sull’origine di questa pratica. Si narra che la ricetta sia stata portata in Italia dai francesi, poiché il culto del noce come albero delle streghe era di origine francese, fu esportato dai britanni , pozioni ritenute magiche si preparavano , infatti, in Bretagna utilizzando le noci acerbe. E’ anche possibile che le varie formule siano derivate da un Liqueur de noix o ratafia di mallo in cui al posto dell’alcool si usava l’acquavite.
Anche se oggi si è persa la tradizione della raccolta delle noci in questo giorno prestabilito, rimane la tradizione di preparare il nocino. Il nocino si presenta come un liquore dal colore scuro, e dall’aspetto denso. Può essere servito a fine pasto come digestivo. Può essere usato, inoltre, come tonico e contro i disturbi del fegato. Ovviamente esistono diverse varianti nella preparazione del nocino tramandate di famiglia in famiglia, di seguito ne proponiamo una tra le più interessanti.
Nocino di San Giovanni
Occorrono 24 noci verdi tagliate in 4 spicchi e colte nella notte del 24 giugno,un pezzo di stecca di cannella, 10 chiodi di garofano,10 chicchi di caffè, la parte gialla della scorza di 3 limoni, 350 ml di alcool a 95 gradi, 500 grammi di zucchero e 300 ml di acqua.
Come si prepara:
In un vaso di vetro mettere le noci assieme all’alcool e lasciate macerare sino al giorno seguente quando si aggiungono la cannella, i chiodi di garofano, la parte gialla della scorza dei limoni. Si lascia macerare ancora fino al 3 agosto avendo cura di agitare il tutto almeno un paio di volte al giorno. Trascorso questo periodo si filtra e si aggiunge lo zucchero disciolto a bagno bagnomaria in acqua calda e a fuoco lento. Si lascia raffreddare e si imbottiglia. Il liquore si consuma lentamente, un bicchierino alla volta, durante tutto l’arco dell’anno e diviene un eccellente digestivo. Mai superare i 2 bicchierini al giorno come per tutti i preparati alcoolici. Bevuto in compagnia rinsalda amori e amicizie.